La fondazione del Duomo di Como

                                                                           (Adriano Gaspani)


Sin dagli albori del Cristianesimo era diffusa la tradizione di orientare i luoghi di culto, verso il settore orientale dell’orizzonte, secondo un criterio denominato “Versus Solem Orientem” in quanto per i Cristiani la salvezza e la rinascita erano collegate all’arco orientale dell’orizzonte. L’astro simbolo del Cristo era il Sole (Sol Justitiae, Sol Invictus, Sol Salutis; la simbologia solare collegata al Cristo richiedeva , in osservanza ai dettami della liturgia medioevale, un’attenta progettazione delle chiese e un’altrettanto attenta loro orientazione. Come conseguenza delle prescrizioni liturgiche in materia di simbolismo religioso cristiano, si rese necessario progettare e costruire le chiese orientate con l’abside verso oriente e la facciata con la porta d’ingresso in direzione occidentale rispetto al baricentro simbolico ed esoterico della costruzione il quale non corrispondeva al baricentro geometrico, bensì al centro di curvatura dell’emiciclo absidale, dove passava la linea verticale che costituiva l’axis mundi cioè l’asse simbolico dell’Universo. La stessa cupola, che negli edifici di rilevante importanza, come è la cattedrale di Como, sormontava l’intersezione tra la navata principale ed il transetto, era una rappresentazione simbolica della sfera celeste. Secondo la visione liturgica cristiana medioevale la chiesa era un microcosmo delimitato che trasponeva, secondo determinate regole, l’Universo sulla Terra, quindi l’abside era la prima parte dell’edificio sacro che veniva progettata e costruita. L’analisi archeoastronomica permette di recuperare il simbolismo codificato negli edifici di culto e di ricostruire le tecniche costruttive e la metodologia di orientazione astronomica dei manufatti.
Prendiamo in esame il Duomo di Como e ripercorriamo brevemente la sua storia. Il Duomo di Como è dedicato alla Beata Vergine Maria Assunta; è la chiesa cattedrale, sede del vescovo della diocesi lariana. Per dimensioni è il terzo edificio religioso dellaLombardia, dopo il Duomo di Milano e la Certosa di Pavia, dei quali è contemporaneo. Prima dell'attuale Duomo, romanico di fondazione, profondamente rinnovato nel quattrocento e portato a compimento solo nel settecento inoltrato, almeno altre due chiese ebbero a Como il titolo di cattedrale: S. Abbondio e l'antica S. Eufemia, oggi dedicata a S. Fedele. La Cattedrale, iniziata nel 1396, è stata edificata per fasi successive durante i successivi tre secoli e mezzo, essendo stata terminata la cupola nel 1744. Si tratta di un'architettura articolata e complessa, che fonde in un unico edificio diverse interpretazioni dello spazio e diverse espressioni stilistiche ciascuna propria del suo tempo. La continuità della costruzione nel tempo (nel XV secolo vengono realizzate la facciata e le navate gotiche, nel XVI il presbiterio e le absidi laterali e nel XVIII la cupola) ha comunque mantenuto un'armonia architettonica che di epoca in epoca è stata rinnovata, collegando il tracciato delle parti nuove alle proporzioni definite nell'epoca precedente. In questa sede non è la sua evoluzione storica che chi interessa bensì ciò che accadde in occasione della sua fondazione nel XIV secolo. Un'iscrizione collocata all'esterno dell'abside maggiore nel 1513, in occasione dell'inizio dei lavori in questa parte dell'edificio, ricorda che la cattedrale romanica intitolata a S. Maria Maggiore fu rifondata nell'anno 1396, e va notata la significativa coincidenza con i lavori di rinnovamento dei due principali cantieri viscontei dell'epoca, il Duomo di Milano e la Certosa di Pavia.

 

                                      Figura 1 : Il Duomo di Como visto da Nord-Est

 

Il primo periodo, quello che corrisponde alla fondazione del nuovo edificio e alle prime fasi di edificazione rappresenta la parte di maggior interesse dal punto di vista archeoastronomico ed è quello che è ancora avvolto nell’oscurità infatti non è ancora del tutto chiaro quale ruolo debba essere assegnato a Lorenzo degli Spazzi, primo architetto documentato nella fabbrica, dal 1396 al 1402 a cui si deve la procedura di fondazione e di orientazione astronomica dell’edificio oltre che l’edificazione dell’abside. Da una semplice occhiata alle immagini del centro storico riprese dai satelliti artificiali si evince che l’allineamento complessivo dell’asse della navata della cattedrale è concorde con l’impianto urbanistico centuriato romano che caratterizza il centro storico della città, il quale come è stato illustrato in un articolo apparso in un numero precedente di questo stesso inserto, è astronomicamente orientato con il Decumano allineato, verso occidente, verso il punto di tramonto del Sole al solstizio d’inverno e ad oriente verso il punto di sorgere del Sole al solstizio d’estate all’orizzonte astronomico locale. Ma esiste anche un’altra particolarità: le misure accurate mostrano l’asse del presbiterio e dell’abside deviano rispetto alla direzione dell’asse della navata di circa 1,5 gradi ed sono l’abside e il presbiterio ad essere più accuratamente allineato lungo la direzione della centuriazione romana. La spiegazione è semplice: dopo la fondazione e l’opera di Lorenzo degli Spazzi, i lavori furono interrotti e ripresi solo nel 1426 sotto la direzione di Pietro da Breggia il quale costruendo le arcate orientali della chiesa, a quanto pare, non riuscì a mantenere rigorosamente l’allineamento con l’asse dell’emiciclo absidale.

Figura 2 : La configurazione planetaria particolarmente favorevole alla fondazione di una chiesa importante che si è verificata il 8 Maggio 1396. La Luna in congiunzione con il Sole nella costellazione del Toro giocò un ruolo fondamentale secondo le credenze astrologiche medioevali. Lorenzo Spazzi, condivideva come tutti gli architetti suoi contemporanei, la necessità di fondare gli edifici di potere, religioso o secolare, rispettando strettissime regole astrologiche e propiziatorie.

 

Lorenzo degli Spazzi fondando la cattedrale dovette soggiacere a due regole, la prima delle quali prevedeva l’orientazione dell’edificio sacro in modo che l’abside fosse rivolto ad oriente e la seconda che la chiesa si inserisse nell’impianto urbanistico centuriato romano, fu quindi obbligato ad allineare l’asse della navata lungo la direzione del Decumano romano. L’architetto quindi non dovette eseguire alcuna procedura per ndeterminare le direzioni astronomiche ai fini dell’orientazione dell’asse dell’edificio, ma si regolò sul precedente schema urbanistico, astronomicamente significativo, di origine romana. Quello che però fece, fu di stabilire la data di posa della prima pietra in accordo con le regole astrologiche ed esoteriche stabilite oltre un secolo prima dal famoso astrologo Guido Bonatti da Forli il quale, nel suo Decem Continens Tractatus Astronomiae, mise per iscritto le regole astrologiche e propiziatorie per edificare un edificio sacro duraturo. Il Bonatti nel capitolo V (de edificando ecclesia) del suo volume, stabilisce tutta una serie di regole astrologiche condivise da tutti gli architetti medievali le quali dovevano essere rigorosamente rispettate. Nel Medioevo l’edificio chiesastico, dal punto di vista astrologico, era simbolicamente connesso con la Luna e con Saturno. Le prescrizioni astrologiche erano basate soprattutto sulla posizione della Luna tra le costellazioni zodiacali e rispetto ad alcuni pianeti, principalmente Saturno, che per gli astrologi medioevali era il luminare che tutelava la durevolezza di ciò che veniva costruito. Queste prescrizioni condizionavano strettamente la scelta della data di posa della prima pietra. Dal punto di vista tecnico andavano rispettate quattro regole. La prima era che la Luna doveva trovarsi in una delle costellazioni zodiacali favorevoli: Sagittario, Acquario, Leone, Toro e Cancro. La seconda regola voleva che la Luna non fosse posizionata nelle tre costellazioni infauste e cioè: Scorpione, Pesci, Capricorno. La terza prescrizione era che la Luna e Saturno non dovessero essere in congiunzione e la quarta regola prescriveva che la Luna non dovesse essere nella costellazione ascendente, la quinta regola stabiliva che la Luna non dovesse essere alla fase di plenilunio in quanto la Luna piena era ritenuta sorgente di effetti molto infausti; l’ultima regola prevedeva che la chiesa dovesse essere fondata quando la Luna fosse tra l’ultimo quarto e il primo quarto ad eccezione del novilunio il quale, astronomicamente prevede la congiunzione con il Sole e nel momento in cui l’asse della navata della chiesa fosse stato diretto verso un particolare punto di levata del Sole, la fase di novilunio costringeva la Luna ad essere posizionata nella costellazione ascendente con un conseguente effetto infausto. Queste prescrizioni astrologiche di fatto condizionavano i giorni e le ore in cui era sconsigliato eseguire il rito di fondazione della chiesa. Ovviamente, dal punto di vista scientifico,  queste regole sono del tutto prive di fondamento: una chiesa costruita senza rispettarle non sarebbe certamente crollata in breve tempo come si credeva, ma in epoca medioevale esse erano insegnate, condivise e rispettate dagli architetti. L’esistenza di strette regole astrologiche da rispettare mette in condizione gli archeoastronomi di stimare con un buon margine di accuratezza le date di fondazione delle chiese eseguendo i calcoli astronomici che permettono di ricostruire il cielo nelle epoche passate. Questo è stato fatto nel caso del Duomo di Como ed il risultato è sorprendente: durante l’anno 1396 possono essere identificati cinque intervalli di tempo favorevoli per la fondazione, ma di questi solo uno, quello che corrisponde ad un prima decade di Maggio, fu quello in assoluto maggiormente favorevole. In realtà i calcoli convergono al novilunio del 8 Maggio 1396, ma non essendo stato necessario eseguire la fondazione della chiesa al sorgere del Sole, ma durante la giornata, la Luna uscì dalla costellazione ascendente circa un’ora dopo l’alba consentendo a Lorenzo degli Spazzi di utilizzare l’influsso benefico della Luna favorevole alla posa della prima pietra dell’edificio sacro.

 

(Autore: Adriano Gaspani- I.N.A.F - Istituto Nazionale di Astrofisica Osservatorio Astronomico di Brera - Milano adriano.gaspani@brera.inaf.it)