Quando avvenne la battaglia dell'Allia?

(Adriano Gaspani)
 
Uno degli episodi più tristi per la storia di Roma avvenne all’inizio del IV sec. a.C. poco dopo la sconfitta dell’esercito romano, sul fiume Allia, un affluente del Tevere, da parte dei Galli comandati da Brenno. Dopo la battaglia, Roma venne occupata e saccheggiata e la memoria storica dell’evento rimase nella celebrazione annuale del giorno infausto noto come “Alliese”. Gi storici, tra cui Tito Livio e Plutarco, ci hanno lasciato dettagliati resoconti delle vicende che portarono allo scontro i Romani e i Galli, ma se esaminiamo la letteratura storica sull’argomento ci accorgiamo che esiste un aspetto ancora poco chiaro della vicenda e cioè la giusta collocazione cronologica dell’evento militare. I testi che è possibile consultare riportano svariate date, generalmente piazzate all’inizio dell’estate, di un anno che oscilla a seconda delle fonti, dal 385 a.C. al 390 a.C. e tendenzialmente quest’ultimo anno è quello che si rileva con maggior frequenza. E’ ovvio che la corretta collocazione cronologica di un evento storico remoto è generalmente un compito difficile anche quando le fonti disponibili sono chiare e un’incertezza di 5 o 10 anni è talvolta un limite comunemente accettato per la datazione di un evento storico. Nel caso della battaglia dell’Allia si rileva un fatto curioso e cioè che generalmente tutte le fonti indicano che l’evento bellico sia avvenuto durante il mese di Luglio e tendenzialmente durante la seconda quindicina del mese, ma se un certo accordo esiste sul giorno, questo non è vero nel caso dell’anno. Esaminando le fonti storiche ci troviamo di fronte ad un passo molto interessante riportato da Plutarco di Cheronea nelle “Vite Parallele”, in particolare nella sezione 19 della “Vita di Camillo”, in cui leggiamo:
 
"La battaglia avvenne poco dopo il solstizio d'estate, circa il plenilunio, nel medesimo giorno in cui anni prima era avvenuta l'altra grande catastrofe del massacro dei Fabi, trecento uomini della stessa famiglia sterminati dagli Etruschi"
 
(Qui Plutarco ricorda il massacro dei Fabi ad opera dei Vei nel 477 a.C. durante la battaglia del fiume Cremera). Il frammento è ricavato dall’edizione Mondadori, del 1965, delle “Vite Parallele” che è poi coincidente con l’edizione Einaudi del 1958, tradotta dal greco da Carlo Carena.
 
Entro il testo, dopo “...solstizio d’estate” è aperta una parentesi in cui il traduttore indica la data della battaglia: 18 Luglio 390 a.C. A questo punto è opportuno fare alcune considerazioni, la più importante delle quali riguarda il fatto che Plutarco ci pone di fronte ad alcuni vincoli astronomici relativamente alla data in cui avvenne la battaglia, i quali corrispondono alla vicinanza tra il plenilunio e il solstizio d’estate. L’Astronomia ci dice che a causa del moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole e quello della Luna intorno alla Terra, la periodicità media delle lunazioni è pari a 29,5306 giorni solari medi. Tale valore non è un sottomultiplo esatto della periodicità di ritorno del Sole ad uno stesso solstizio, ma 12 lunazioni complete corrispondono a 354,367 giorni solari medi, cioè ad un anno lunare sinodico, il quale quindi è circa 11 giorni più corto dell’anno solare tropico che vale 365,2422 giorni solari medi. Per questo, se in un certo anno il plenilunio cade esattamente in corrispondenza di un solstizio d’estate, l’anno successivo lo anticiperà di 11 giorni, quello dopo di 22 giorni, quello ancora successivo solo di 4 giorni che poi si incrementeranno a 15 dopo un’altro anno e così via. Appare allora chiaro, come anche il calendario di Coligny ci dimostra, che le fasi lunari ritornano in accordo con i solstizi dopo 33 anni e mezzo, un “Saeculum” celtico secondo la definizione di Plinio il Vecchio; inoltre ogni 19 anni solari medi, cioè 1 ciclo di Metone, la Luna raggiunge la stessa fase nello stesso giorno del calendario giuliano. Il ciclo di 19 anni comunque non è il solo interessante; infatti dal rapporto tra il mese sinodico lunare e il mese solare medio otteniamo facilmente che ogni 2 anni si verifica, alla stessa data di calendario giuliano, la fase lunare precedente a quella dello stesso giorno, 2 anni prima. Un’altra regolarità consiste nel fatto che esiste un ciclo di 8 anni solari medi in cui le fasi lunari si ripetono alla stessa data di calendario con uno spostamento in avanti di due giorni. Combinando i cicli di 19 anni e 2 anni otteniamo altri due cicli e cioè quelli di 17 e 21 anni in cui la fase lunare precedente e quella seguente a quella di riferimento capitano alla stessa data di calendario con un’oscillazione di un giorno o due al massimo. Un altro ciclo interessante è poi quello di 372 anni solari medi durante i Luna ritorna alla stessa fase nella stessa data di calendario cosa che avviene anche ad intervalli temporali multipli del ciclo di Metone secondo numeri interi. Sulla base della conoscenza delle periodicità dei cicli del Sole e della Luna possiamo tentare di calcolare una collocazione cronologica più accurata della battaglia dell’Allia, sulla base dell’Astronomia, partendo da quanto affermato da Plutarco, ovviamente nell’ipotesi di lavoro che lo storiografo greco abbia detto il vero. Esaminiamo ora il segmento del testo che afferma che la battaglia avvenne “...poco dopo il solstizio d’estate,...”; queste parole dovrebbero essere ragionevolmente interpretabili con: “qualche giorno dopo”, “alcuni giorni dopo”, quindi circa una settimana, cioè un cambiamento di fase lunare. In caso contrario Plutarco avrebbe citato un’altra fase lunare, ad esempio il primo quarto, che si sarebbe trovata più prossima al solstizio rispetto al plenilunio. Il segmento del testo: “...circa il plenilunio,...” potrebbe essere interpretato: “poco prima del plenilunio” quindi 1 o 2 giorni prima. La battaglia avvenne quindi, secondo l’interpretazione del testo di Plutarco, tra il solstizio d’estate e il successivo plenilunio, ma tra i due fenomeni dovettero intercorrere pochi giorni, circa una settimana al massimo, cioè un cambiamento di fase lunare. Vediamo ora di eseguire gli opportuni calcoli astronomici. Nel periodo di 19 anni, pari ad 1 ciclo di Metone, che si stese dall’anno 379 a.C. fino al 398 a.C., il solstizio d’estate avvenne oscillando tra il 27 e il 28 Giugno del calendario giuliano, mentre le date di plenilunio successivo al solstizio furono quelle riportate nella tabella I.
 
Tabella I
 
Date di Plenilunio successive al Solstizio d'Estate nel Ciclo di Metone che va dal 379 a.C. al 398 a.C. 
 
Ora Locale  Data del Plenilunio
(ore:minuti)  (Calendario giuliano)    
 
05:55     14 Luglio 379 a.C. 
01:58      25 Luglio 380 a.C.
09:51      06 Luglio 381 a.C.,                       
08:12      18 Luglio 382 a.C. 
13:08      29 Giugno 383 a.C. 
01:30      10 Luglio 384 a.C.
 09:09     20 Luglio 385 a.C. 
08:51      02 Luglio 386 a.C. 
17:42      12 Luglio 387 a.C. 
08:38      23 Luglio 388 a.C. 
15:07      04 Luglio 389 a.C. 
14:25     16 Luglio 390 a.C. 
21:44     27 Giugno 391 a.C. 
15:17     08 Luglio 392 a.C. 
01:57     19 Luglio 393 a.C. 
01:43     01 Luglio 394 a.C. 
18:55     21 Luglio 396 a.C. 
22:53     02 Luglio 397 a.C. 
19:14     14 Luglio 398 a.C. 
 
Dalla tabella appare chiaramente che le configurazioni in cui la distanza temporale tra il solstizio d’estate e il successivo plenilunio risultano inferiori ad una settimana, cioè il tempo richiesto a passare da una fase lunare principale alla successiva, capitarono negli anni 386 a.C., 389 a.C., 394 a.C. e 397 a.C. Gli anni 394 a.C. e 397 a.C. sono da scartare essendo date palesemente troppo alte per soddisfare la cronologia romana, rimangono quindi il 386 a.C. e il 389 a.C.; esaminiamo per primo il 389 a.C. In quell’anno il solstizio d’estate avvenne circa mezz'ora prima del mezzogiorno del 28 Giugno, mentre il plenilunio si verificò alle 15:07 del 4 Luglio 389 a.C. (ora locale dell’Allia). La differenza tra i due fenomeni ammonta a 6 giorni, meno di una settimana, valore che potrebbe essere considerato molto aderente al testo di Plutarco. Nel caso del 386 a.C. invece, il solstizio d’estate avvenne circa all’alba del 28 Giugno, mentre il plenilunio capitò alle 08:51 del 02 Luglio 386 a.C. La differenza tra i due fenomeni è 4 giorni, meno di una settimana, quindi anche in questo caso il valore calcolato potrebbe essere considerato molto aderente al testo dello storiografo greco. Sulla base dei calcoli astronomici, le uniche possibili date per la battaglia dell’Allia potrebbero quindi essere il 01 Luglio 389 a.C. oppure il 30 Giugno o il 1 Luglio 386 a.C., prendendo i valori medi tra la data di solstizio e quella di plenilunio, con una possibile incertezza di un paio di giorni; in entrambe le date la Luna, quasi al plenilunio si trovava tra le costellazioni del Sagittario e dello Scorpione, mentre il Sole era nella costellazione del Cancro. Sulla base di quanto riportato nel testo redatto dallo storiografo greco, però, non è possibile operare una discriminazione netta tra le due possibilità anche se il 389 a.C. potrebbe sembrare preferibile al 386 a.C. Prestando fede a Plutarco, quello che è impossibile è che l’evento bellico sia da porre in corrispondenza di una data posta nella seconda quindicina di Luglio, come spesso si rileva in letteratura, sia in annate diverse dalle due riportate. In particolare la data 18 Luglio 390 a.C. indicata tra parentesi nell’edizione Mondadori delle “Vite Parallele” è inaccettabile in quanto nel 390 a.C. il plenilunio avvenne alle ore 14:25 (ora locale) del 16 Luglio, quindi la data indicata risulta esterna all’intervallo di tempo compreso tra il solstizio d’estate e il successivo plenilunio. In secondo luogo, un intervallo di 18 giorni tra i due fenomeni è troppo ampio per accordarsi con il testo di Plutarco infatti l’anno sarebbe stato degno di considerazione se nel testo di Plutarco fosse stato citato il novilunio invece che il plenilunio, ma in ogni caso il giorno del mese avrebbe dovuto essere comunque anticipato all’inizio di Luglio. 
 
  • Bibliografia
 
Plutarco, "Vita di Camillo", 19., in "Vite Parallele, vol. I., traduzione di Carlo Carena, BMM, Mondadori, pag. 330, 1965. 
Plinio il Vecchio, “Naturalis Historia”
Gaspani A., Cernuti S., 1997, "L'ASTRONOMIA DEI CELTI, Stelle e Misura del Tempo tra i Druidi", Ed. Keltia (Aosta). 
Gaspani A., 1998, "Il Principe e La Luna, Astronomia nel tumulo celtico di EberdingenHochdorf", Revue Societè d'Histoire Celtique, VI,5, Agosto, 1998. 
Gaspani A., 1999, "LA CULTURA DI GOLASECCA, Sole Luna e Stelle dei primi Celti d'Italia", Keltia Ed. Aosta. 
Gaspani A., 2000, "Il Calendario di Coligny e la Misura del Tempo presso i Celti", Atti del XIX Convegno di Storia della Fisica e dell'Astronomia, pag.211,222 - Istituto di Storia della Fisica - Università degli Studi di Milano, Milano 2000. 
Gaspani A., 2000, "Archeoastronomia, Astroarcheologia, Paleoastronomia", AD QUINTUM, No.6, Novembre 2000. 
Gaspani A., 2001, "L'Astronomia dei Celti", in "I CELTI", Atti del Convegno, Pisogne, Febbraio-Marzo 2000.
 
(Autore: Adriano Gaspani, I.N.A.F. Istituto Nazionale di Astrofisica