Sudamerica

 Huchuy Qusqo, il monumentale rifugio di Viracocha Inca

                                                               (di Yuri Leveratto)

                         

 

Recentemente, insieme all’amico peruviano Juan Carlos Valdivia, ho potuto conoscere uno dei siti archeologici meno conosciuti della regione Cusco. Denominato Huchuy Qusco, ossia piccolo Cusco, il sito archeologico si situa ad un’altezza di circa 3600 metri sul livello del mare, sulla cima di una montagna a picco sulla “valle sagrada”, la valle del fiume Vilcanota (che più avanti viene denominato Urubamba).
Per giungere a Huchuy Qusco abbiamo camminato circa due ore su di una ripida salita, pasando dai 3000 metri s.l.d.m. di Lamay, cittadina ubicata non lontano dal Rio Vilcanota, fino ai 3600 metri s.l.d.m. di Huchuy Qusco.
L’impressione iniziale, trovandosi al cospetto di grandi muraglioni di contenzione, è che il sito sia stato utilizzato come rifugio, ma anche come centro di produzione agricola e cerimoniale.
Vi è una kallanka, ossia un grande recinto cerimoniale di circa 40 metri di lato, oltre a una costruzione in pietra alta due piani, ancora oggi in solido stato. Nella parte più a monte vi sono vari muri di fattezze più rustiche, probabilmente di origine pre-inca. In particolare si nota una serie di rientranze o nicchie cerimoniali, il cui numero è difficile da stabilire perchè parte dei muri sono diroccati.
Secondo lo scrittore spagnolo Pedro Cieza de León, il costruttore di Huchuy Qosqo, sarebbe stato Hatun Tópac, detto Viracocha Inca, l’ottavo re degli Incas.
Hatun Tópac, che si faceva chiamare Viracocha Inca dopo che il dio Viracocha gli apparve in sogno, regnò a partire dal 1400 d.C. e conquistò le zone attigue alla città del Cusco, in particolare parte dalla valle del Rio Vilcanota nella zona di Calca, dove appunto si dice che fece costruire (o ristrutturare ed ampliare), la sua cittadella, oggi chiamata Huchy Qosqo.
Cieza de Leon e Juan de Betanzos raccontarono che Viracocha Inca non ebbe il coraggio di organizzare un esercitito per difendere Cusco dall’avanzata dei terribili Chancas.
Nel 1438 il capo dei Chankas, chiamato Anku Huallok, aveva riunito circa 40.000 uomini con lo scopo di mettere sotto assedio il Cusco.
Vi fu però un principe coraggioso, il cui nome era Cusi Yupanqui (detto poi Pachacutec), che si mise a capo di un esercito con il fine di contrastare i barbari Chankas.
La battaglia campale ebbe luogo a Yawarpampa, dove morirono 22.000 Chankas e 8000 soldati Incas. Cusi Yupanqui fu quindi proclamato re degli Incas con il nome di Pachacutec.
A questo punto il figlio di Viracocha Inca, il cui nome era Inca Urco, si sentì defraudato e marciò con un suo esercito personale verso il Cusco, con l’idea di sconfiggere Pachacutec.
Quest’ultimo però, meglio organizzato e alla testa di un poderoso esercito sconfisse facilmente Inca Urco, in seguito lo fece giustiziare e rimase da solo alla testa dell’impero. Viracocha Inca consegnò in seguito a Viracocha la mascapaicha, una corona di lana rossa impreziosita di fili d’oro e piume di un falco andino (caracara andino o phalcoboenus megalopterus), simbolo del potere imperiale.

 

(Autore: Yuri Leveratto, 2012, per gentile concessione)

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Argomento: Huchuy Qusqo

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