Il Parco Archeominerario di San Silvestro

                                             a Campiglia Marittima (LI)

                                                       (Marisa Uberti)

 

Inserito nel Sistema dei Parchi della val Cornia è, per il suo genere, unico. E’ situato a nord del paese di Campiglia Marittima, su un’area di 450 ettari, dunque vastissima. La caratteristica di questo territorio è la presenza di minerali (rame e piombo argentifero), già nota sicuramente agli Etruschi ma in particolare “scoperti” a partire dal X secolo. Da allora sono stati estratti (con qualche secolo di...pausa) fino al 1976, data della chiusura definitiva delle miniere. Il Parco è nato nel 1996 per volontà del prof. Riccardo Francovich (morto nel 2007), archeologo medievista, il quale seppe trasformare una zona di miniere abbandonate in un percorso millenario, storico, didattico, variegato, entusiasmante, a tratti faticoso ma imperdibile per chi, come noi, ha voglia di fare “due passi nel mistero”, cioè nelle cose che non si conoscono ancora.

E qui di passi da fare ve ne sono veramente moltissimi. Il Parco non è un museo perché l’intero territorio è visitabile nella sua complessità, con i suoi aspetti paesaggistici ed archeologici, attraverso le sue trasformazioni nello spazio e nel tempo.  L’Università di Siena ha avviato un progetto di ricerca archeologica che,  grazie alle campagne di scavo della Rocca San Silvestro, ha portato alla realizzazione di un percorso che permette al visitatore di immergersi nelle profondità della terra e del passato, apprendendo l’evoluzione delle tecniche estrattive dei minerali, quelle costruttive medievali e la vita nel Castello.

Iniziamo dunque la nostra avventurosa escursione! La meta più ambita è proprio la Rocca, situata nel cuore dei monti del Campigliese, alle pendici del Monte Calvi (646 metri s.l.m) e sappiamo che raggiungerla non sarà semplice perché un buon tratto è da fare esclusivamente a piedi e in salita, tra sentieri boschivi (non sappiamo ancora se e come vi arriveremo!). Ma lì si trovano, tra le altre cose, degli esemplari “famosi” di Triplice Cinta, tra le rovine della superba Fortezza. Ma prima di salire dobbiamo … scendere agli inferi!

 

Prima tappa: il Museo del Temperino e l’alquerque

Seconda tappa: In Miniera (durata circa 40’)

Terza tappa:  Musei del Parco (Macchine minerarie, i Minatori, la Stazione del treno)

Quarta tappa: nella Galleria dell’Ortaccio

Quinta tappa: la Via dei Lanzi

Sesta tappa: la Rocca di San Silvestro e il villaggio medievale

 

Argomento: Archeominerario

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