2- Óbuda e il Rotas

                              (Marisa Uberti)

 

La cittadina sorge sulla riva destra del Danubio, come Buda, ai piedi di una serie di dolci colline, su un banco roccioso calcareo, a picco sul fiume. Il suo nome significa “Buda vecchia”, e infatti molte delle sue pietre sono servite per costruire la città medievale di Buda, sede dei monarchi. L'insediamento antico, con le rovine di uno stanziamento celtico a nord di Óbuda (denominato Ak Ink, ovvero ricco d’acqua), si chiamava Aquincum, capitale della provincia romana della Pannonia Inferiore. I Romani avevano costruito un ponte in pietra che la collegava con l’altra sponda  del Danubio, dove adesso si trova Pest.  Si pensi che dopo la scomparsa del ponte romano, nessun altro ponte collegò le due rive fino al 1839, e si sfruttava sostanzialmente un sistema di chiatte amovibili, che funzionavano soltanto nella bella stagione; l’inverno, Pest e  Buda erano divise.

Oggi la cittadina di Óbuda mostra due anime: quella antica e quella moderna con begli edifici in stile barocco. E’ gemellata con l’italiana Udine. Nel 1990, dopo 117 anni dall’unione di Budapest, Óbuda ha ottenuto di nuovo autonomia locale; si trova nel III distretto.

il sito archeologico con le rovine  della grande e fiorente Aquinqum è visitabile; interessante è il Museo Archeologico, dove è conservato un mattone risalente al II sec. d.C., ritrovato nel 1954 durante gli scavi del Palazzo del Governatore dell’allora Aquinqum, e che porta impressa la “formula magica” Rotas Arepo Sator Tenet Rotas[1]. Come abbiamo più volte fatto notare, e da molti anni, in epoca romana gli esemplari iniziano sempre con il termine Rotas e non Sator. Nel presente caso, sopra le cinque parole (su cinque righe, ma senza essere incasellate) è stata scritta una frase da leggersi di seguito ROMA TIBI SUB ITA (le cui prime tre parole vengono riconosciute come l’inizio di un altro noto palindromo ROMA TIBI SUBITO MOTIBUS IBIT AMOR[2]).  Il termine “ITA” sta qui ad indicare “in questo posto” oppure “così”. Il Rotas pare essere stato inciso con uno stile abbastanza veloce, poco curato, di quelli non riservati ad epigrafi importanti, per intenderci. Forse lo scopo di chi lo ha inciso era di apportare buona sorte al monumento cui era destinato, o per scongiurare calamità o effetti negativi.

 

 

Con i mezzi di superficie (bus, macchina, ecc.) Obuda si raggiunge facilmente tramite il ponte Árpád (Árpád híd), lungo 928 metri e largo35,4 metri; ha sei corsie di traffico, oltre a due linee di tram, un marciapiede, e una pista ciclabile su entrambi i lati. Alla fine del ponte si incontrerà il Museo Vasarely (Piazza Szentlelek); da lì ci vogliono solo un paio di minuti a piedi fino alla piazza principale di Óbuda. Con la metropolitana (treno urbano HEV) si arriva alla fermata Aquinqum con la linea rossa.

 


[1 Nel nostro sito vi è una sezione dedicate all’argomento https://www.duepassinelmistero.com/Principale%20Sator.htm

[2] Vedasi Domenicano,Aldo e Hargittal,István in “More on the Rotas Magic Square” (Mathematical Tourist, Dirk Huylebrouck, Editor, Oostende, Belgium)

 

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