Purim, la ricerca del volto nascosto

                                                                         (Carlo F.M. Capone)

 

                                                 

 

" … Questi giorni di Purim non cadranno in disuso tra gli ebrei ed il loro ricordo non cessi in mezzo alla loro discendenza..." (Meghilla Estèr, 9; 28).

 

La festività ebraica di Purim (in ebraico פורים , sorti) cade il giorno 14 del mese ebraico di Adar dura 2 giorni e si conclude "dopo lo spuntar di tre stelle" del 15 di Adar. Attualmente è una festa gioiosa in cui si ricorda il digiuno con cui Estèr divenuta regina, riuscì a scongiurare lo sterminio ditutti gli Ebrei nelle province di Persia e di Media , ordito da Aman ministro del re Assuero.
Durante la festività, il giorno dopo il digiuno, viene letto l'intero Rotolo (Meghilla) di Estèr, raccolto nella Bibbia Ebraica tra i Ketuvim (Scritture), l’unico in cui il nome di D*o non compare (a). Purim è il simbolo dell’occultamento del volto di D*o e richiama quanto scritto in Deuteronomio
31,17: “Allora la mia ira divamperà e nasconderò loro la mia faccia” ripetuto più avanti al versetto 18 “Ve-anokhì astèr astìr panei” (b) “Io nasconderò il mio volto” (1).  E’ consuetudine durante i festeggiamenti di Purim, nascondersi il volto dietro una maschera. Estèr, il cui vero nome era Hadassa che in ebraico significa “mirto” è la figlia di Abicail della tribù di Beniamino, una delle due tribù che costituivano il Regno di Giuda prima della sua distruzione da parte dei babilonesi e la deportazione nelle province dell'impero persiano.
Alla morte dei genitori è adottata dal cugino Mordecai, il quale occupa una funzione amministrativa nel palazzo reale a Susa. Quando il re Assuero cerca una nuova sposa, anche Hadassa viene presa e condotta alla reggia; diventerà la nuova sposa di Assuero (2).
Fu Mordecai a suggerire ad Hadassa di cambiare nome in Estèr; in siriaco questo nome significa Stella ma in ebraico la radice ס ת ר indica “il nascondersi” (3). Ritorna il tema dell’occultamento del volto di D*o.
Secondo il racconto, Mordecai salvò re Assuero da un complotto di corte e il re poi ne riconobbe i meriti, scatenando le invidie di Aman.
Come ministro del re Aman pretendeva che tutti dovessero inginocchiarsi e prostrarsi in sua presenza, ma Mordecai, in quanto ebreo, rispettava il precetto di non prostrarsi se non di fronte al proprio D*o.
Aman conosciuta l'origine di Mordecai, suggerì al re Assuero di proclamare un editto per sterminare questo popolo che disobbediva alle leggi del re: 3, 7 “Nel mese primo, il mese di Nisan nell’anno dodicesimo del re Assuero si fece cadere la sorte
פו ר ) davanti ad Aman, da giorno a giorno e da mese a mese: dodicesimo mese di Adar”.

Mordecai chiese allora alla cugina Estèr di intercedere presso il re per la salvezza del suo popolo; per tre giorni Estèr, Mordecai e tutto il popolo ebraico osservarono il digiuno di preghiera. Trascorsi i tre giorni Estèr, indossate le vesti regali, si recò dal re per invitarlo ad un banchetto in
suo onore. Questa richiesta venne riproposta anche una seconda volta estendendo l’invito anche ad Aman e durante il banchetto Estèr svelò al re la propria origine ebrea e il complotto di Aman. L’ira del re si abbattè su Aman e i suoi dieci figli che furono impiccati: 9,1 “E il dodicesimo mese, il mese di Adar, nel giorno tredici, quando l’ordine del re e il suo decreto dovevano essere eseguiti, il giorno in cui i nemici dei Giudei speravano di dominarli, si rovesciò e i Giudei ebbero in mano i loro nemici.”
A causa della duplice edizione dello scritto in cui coabitano una versione in ebraico e una in greco, la lettura e l’interpretazione del racconto non sono agevoli. Il testo e ricco di collegamenti alla Torah, e la storia di Estèr e Mordecai affonda le proprie radici in Genesi; il racconto è una continua riproposizione di duplicazioni, scambi e rovesciamenti, dissimulazioni e rivelazioni e l’esegesi ha prodotto una notevolissima mole di interpretazioni. In questa esposizione ci limitiamo solo a riportare le interpretazioni del contenuto del Rotolo di Estèr generate da un fatto di cronaca del nostro recente passato.
Il 28 Ottobre 1946 la rivista Newsweek (October 28, 1946, Foreign Affairs Section, p. 46), riportava l’esecuzione capitale del criminale nazista Julius Streicher che salendo sul patibolo urlò: “Heil Hitler! Io vado a dio, è la festa di Purim 1946”.
Nel versetto 6-7 del capitolo 9 del Rotolo di Estèr, si legge: 6: E in Susa la cittadella, i Giudei uccisero per distruggere cinquecento uomini
7: e… seguono i nomi dei dieci figli di Aman appesi alla forca.
Questi dieci nomi, nei rotoli manoscritti che vengono ricopiati fedelmente da secoli, sono elencati in forma di lista, uno sotto l’altro. In questa lista di nomi compaiono 3 lettere più piccole e una lettera più grande; sulla parte sinistra della lista compare la parola v’et (composta dalla lettera vav (e) seguita dalla particella et che in ebraico indica il complemento oggetto) ripetuta 10 volte.

 

                                

Questa insistente ripetizione è stata interpretata come una “replicazione” per concludere che altre dieci persone verranno impiccate in aggiunta ai dieci figli di Aman . Le tre lettere più piccole che compaiono nella lista dei nomi sono: tàv, shin, zaìn il cui valore numerico è il seguente:


tàv= 400
shìn= 300
zaìn= 7

La somma dei valori numerici di queste 3 lettere dà come risultato 707. La lettera più grande è la vàv e ha valore 6; il fatto che sia scritta in grande indica che non deve essere addizionata alle tre piccole, ma che deve essere considerata a parte. Provando a leggere questi numeri secondo la computazione ebraica verrebbe: 707 e 6 (vengono letti prima i numeri più piccoli e poi quelli più grandi), nel nostro modo di leggere i numeri verrebbe 6, 707 con il 6 come valore ordinale cioè 6millesimo; cercando una data verrebbe 6° millennio, anno 707, cioè 5707
L’anno ebraico 5707 corrisponde all’anno 1946 del calendario gregoriano. Nell’anno 1946 avveniva il processo di Norimberga, durante il quale vennero giustiziati dieci criminali nazisti. L’esecuzione avvenne il 16 ottobre 1946: 16 ottobre 1946 (anno gregoriano) : 21 Tishri 5707 (anno ebraico) Questa data corrisponde nel calendario ebraico, all’ultimo giorno di Sukkot, la festa delle Capanne, questo giorno è detto anche Hoshana Rabba (Grande Osanna), giorno in cui, secondo lo Zohar, il giudizio di D*o sulle nazioni viene messo in esecuzione (4).
Nei versetti 9, 12-13 della stessa meghilla si legge: 12. E disse il re a Estèr la regina: nella cittadella di Susa i Giudei hanno ucciso, hanno sterminato cinquecento uomini e i dieci figli di Aman ; nel resto delle province del re cosa fecero? E qual’è la tua richiesta? Ti sarà data. Cosa domandi ancora? Sarà fatto. 13. E disse Estèr: se così piace al re, sia dato anche domani, ai Giudei che sono in Susa, di fare come oggi. E i dieci figli di Aman siano appesi sul palo. Estèr chiede che i dieci figli di Aman vengano impiccati l’indomani, quando le viene comunicato che l’impiccagione è già stata eseguita! In riferimento a questo passaggio, nel Talmud si legge: “quando il testo fa riferimento al re terreno usa l’espressione “Re Assuero”, quando invece il testo indica la sola parola “Re”, si riferisce al Re dell’Universo, il Santo sia Egli Benedetto”.
Estèr quindi chiederebbe direttamente a D*o che vengano impiccati anche domani i dieci figli di Aman.
Questa richiesta avrebbe trovato una tragica attuazione il 16 ottobre 1946.
Ma non solo.
1953 Unione Sovietica: Stalin pianificò la deportazione della maggior parte degli Ebrei in Siberia, ma immediatamente prima della deportazione, il 1 marzo 1953 (14 Adar 5713 secondo il calendario ebraico) fu colpito da ictus e morì alcuni giorni dopo: il piano per la deportazione non
venne mai eseguito.
Il 14 di Adar è il giorno in cui gli Ebrei celebrano Purim.

Nella Mishnah (c) si incontra questo passaggio:
"… Se si legge la Meghilla Estèr a ritroso non si è compiuto il proprio obbligo…" Chi legge la Meghilla Estèr pensando che gli eventi in essa narrati appartengano solo al passato, "a ritroso", e il miracolo non è rilevante per il presente, non ha compiuto il suo obbligo (5).
In tutta la storia ebraica antica e recente, gli eventi narrati nel Rotolo di Estèr sembrano ripetersi a causa del celarsi del volto di D*o; ma nella storia di Purim, è nascosto anche l’insegnamento: sta all'uomo cercare la presenza divina proprio quando l'oscurità dei tempi difficili e la disumanità della maschera rischia di trasfigurare il volto umano.

 

  • Note:

(a) In realtà il nome di D*o sembrerebbe essere presente nel testo anche se “nascosto” in 5 acrostici; tuttavia anche questa ricerca non è semplice infatti viene utilizzata una chiave complessa. Il primo acrostico in 2,20 è costruito con le prime lettere di quattro parole consecutive ma lette in ordine inverso, il secondo in 5,4 con le iniziali di quattro parole lette normalmente, il terzo in 5,13 formato dalle ultime lettere di quattro parole consecutive lette in ordine inverso, il quarto in 7,7 con le prime lettere in ordine naturale e infine il quinto in 5,5 costruito sulle ultime lettere di quattro parole consecutive che formano la parola “ AHYH” il nome che D*o restituisce a Mosè sul Sinai.
(b)  In questo versetto si legge per la prima volta il nome di Estèr
(c)  La Mishnah è la legge orale, composta dalle spiegazioni e interpretazioni che chiariscono il testo della Torah Scritta. Secondo la tradizione venne tramandata a voce per generazioni e solo nel III secolo e.v. Jehudah ha-Nasi provvide a trascriverla. E’ suddivisa in sei ordini (sedarim) e nel secondo seder “Mo’ed” (Festività) è contenuta la meghilla Estèr.

 

  • Bibliografia

1. La Bibbia di Gerusalemme. EDB Bologna 2009
2. R. Ruggeri, Megillot. Estèr 2, 1-18 EDB Bologna 2006
3. F. Scerbo, Dizionario Ebraico e Caldaico del Vecchio Testamento. Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 2006
4. Zohar, Vayikra: 31B
5. Mishnàh, Meghilla, 2; 1

 

(Autore: Carlo Massimo Fabrizio Capone, luglio 2014. Tutti i diritti riservati)

Argomento: Purim

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