Due passi nel mistero
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                                   INTERVISTA AL PROF. ADRIANO GASPANI

                                                                  - Archoeastronomo -

 

                                                                (a cura di Marisa Uberti)

 

In questa intervista che ci ha gentilmente concesso, vogliamo  intraprendere un viaggio nell'archeoastronomia, festeggiando l'uscita del ventitreesimo libro del professor Adriano Gaspani. Attraverso i suoi libri, ripercorriamo la sua passione per la materia, i suoi numerosi "primati" nel settore e l'evoluzione dei metodi dell'indagine archeoastromica, di cui rappresenta una voce autorevole e instancabile.

 

1) Marisa: Gentilissimo prof. Gaspani, inizierei con il chiederti com'è cambiato l'approccio della scienza accademica nei confronti di una disciplina che ha faticato ad entrare nelle Università e, in breve, in cosa si traduce questa maggiore apertura per uno studente che voglia scegliere, oggi, di intraprendere la facoltà di archeoastronomia?

Adriano:  L’Archeoastronomia, dopo qualche decennio di sperimentazione è da non molto tempo entrata a far parte dell’offerta didattica di alcuni atenei come corso complementare. Non esistono corsi di laurea in Archeoastronomia in quanto tale scienza multidisciplinare è considerata, a torto o a ragione, una materia a supporto dell’Archeologia, ed in parte è vero anche se ha ormai guadagnato una sua propria dignità.  Personalmente ritengo che almeno un’infarinatura di Archeoastronomia sia indispensabile a qualsiasi studente di Archeologia e di Architettura.   

2) M.: Mi risulta che sei stato tra i primissimi membri della Società Italiana di Archeoastronomia e che sei stato fautore del perfezionamento delle tecniche di rilevamento dei siti archeologici di rilevanza astronomica e dell'analisi dei dati  raccolti. Puoi dire, in breve, quale delle tecniche da te individuate ha consentito gli avanzamenti maggiori nello  studio archeoastromico? Puoi consigliare agli interessati un  tuo testo, sull'argomento?

A:  La mia esperienza in relazione alle tecniche di rilievo dei siti archeologici astronomicamente significativi mi ha portato , quasi due decenni orsono, a considerare l’utilizzo di tecnologie più moderne al fine di ottenere una maggiore accuratezza nei dati  di partenza per eseguire lo studio archeoastronomico dei siti archeologici. Verso la fine degli anni ’90 del 1900  sperimentai con successo le metodologie che riguardano il rilievo topografico eseguito mediante tecniche satellitari GPS, anche in virtù del fatto che a quel tempo si stava verificando una progressiva  riduzione dei costi della strumentazione necessaria. Alcuni anni dopo è diventato possibile accedere a costo ridottissimo alle immagini riprese dai satelliti artificiali  in orbita intorno alla Terra e quindi decisi di sperimentare con successo anche queste nuove tecniche in ambito archeoastronomico.    Come sempre quando si sperimentano nuove tecnologie e nuove metodologie è necessario produrre anche il materiale di supporto, quindi ho dovuto sviluppare la teoria necessaria all’applicazione di queste nuove metodologie allo studio archeoastronomico dei siti archeologici potenzialmente astronomicamente significativi e sviluppare il software necessario all’elaborazione dei dati raccolti. Ho descritto queste nuove metodologie in un volume dal titolo “Archeoastronomia satellitare. Tecniche moderne per il rilievo dei siti archeologici di rilevanza astronomica", pubblicato nel 2013 dall’Associazione Fonte di CONNLA di Ivrea, il quale è attualmente l’unico testo esistente su questo argomento.

 

La copertina del libro, l'unico esistente sull'argomento

 

3) M: Uno dei tuoi "preferiti" è lo studio dell'astronomia celtica, di cui si può dire che rappresenti il massimo esperto italiano. E' corretto dire che il tuo primo libro, del 1997, si intitolava "L'astronomia dei Celti. Stelle e Misura del Tempo tra i Druidi", scritto con Silvia Cernuti ed uscito per la Keltia editrice?

A: Si, "L'astronomia dei Celti. Stelle e Misura del Tempo tra i Druidi" è stato il mio primo libro pubblicato, il quale è nato in seguito ad un incidente in montagna in cui mi sono rotto un po’ di ossa, rimanendo semi immobilizzato per tutta l’estate del 1997. Mi sono quindi deciso a scrivere…

 

                                                       

 

4) M: Come venne accolto? Non sono passati molti anni ma in questo campo diciassette anni fanno la differenza...Nel 2014 è invece uscito un tuo riuscitissimo libro, che personalmente ho apprezzato molto "Il Cielo sulle monete celtiche" (Fonte di Connla Ed.). Com'è nata questa originale ricerca?

A: "L'astronomia dei Celti. Stelle e Misura del Tempo tra i Druidi" fu una novità in quanto nel panorama editoriale italiano non esisteva nulla del genere, quindi fu accolto con molta curiosità. I libri sono come le ciliegie: dopo il primo, si prende gusto…  Il volume dedicato alla simbologia astronomica sulle monete celtiche è arrivato dopo vent’anni dalla pubblicazione del mio primo articolo di ricerca in archeoastronomia il quale riguardava proprio questo argomento.

 

 

"Il Cielo sulle monete celtiche" è il ventiduesimo libro scritto dal prof. Gaspani ed è frutto di oltre vent'anni di raccolta dei dati. Il volume prende in esame il simbolismo astronomico codificato sulle monete coniate dalle popolazioni celtiche che hanno popolato l'Europa durante l'ultima parte del I millennio a.C.  Le monete celtiche sono ricchissime di simbologia astronomica la quale, talvolta, deriva da una semplice trasposizione simbolica degli oggetti celesti la cui intangibilità ne ha esaltato la valenza divina e soprannaturale. In molti altri casi invece le rappresentazioni corrispondono a fenomeni astronomici di grande spettacolarità realmente accaduti ed effettivamente osservati nel cielo, sia dai Druidi che dalla gente comune. In questo caso è stato spesso possibile identificare questi fenomeni facendo riferimento alla letteratura astronomica annalistica orientale, principalmente cinese, indiana, coreana e giapponese e nel caso dei fenomeni periodici, quali ad esempio Il transito delle comete con orbita ellittica, il calcolo astronomico ha permesso di identificarle e di ricostruirne il percorso nel cielo come fu osservato dalle popolazioni celtiche stanziate durante l'età del Ferro sul territorio europeo.

 

5) M.: Un altro periodo sul quale hai scritto molto è quello medievale. Dal tuo libro "Astronomia e geometria nelle antiche chiese alpine", uscito nel 2000 per Priuli & Verlucca, si sono susseguiti innumerevoli volumi sull'argomento. Che cosa hai potuto mettere chiaramente in evidenza, dopo uno studio così prolungato e attento? Che segreti conoscevano quegli antichi costruttori?

A: La ricerca archeoastronomica  in ambito medioevale è caratterizzata da criteri differenti rispetto a quella che si occupa dei periodi preistorici e protostorici. In ambito medioevale l’obbiettivo non è quello di mettere in evidenza l’esistenza di orientazioni astronomiche negli edifici di una certa importanza in  quanto questo è esplicitamente documentato da numerosissimi testi scritti, ma di pervenire alla conoscenza dei metodi pratici utilizzati dagli architetti e dai costruttori per materializzare correttamente sul terreno le giuste direzioni astronomiche e per realizzare gli edifici in accordo con le direzioni astronomiche richieste dal committente. I costruttori medioevali erano sostanzialmente depositari di “ricette” di Geometria pratica messe a punto sulla base dello studio dei pochi testi di Astronomia e di Geometria prodotti dagli agrimensori romani e sopravvissuti fino al nostro Medioevo, di alcune opere di redazione medioevale europea tra le quali va ricordato il Geometria Gerberti scritto da Gerbert d’Aurillac (Papa  Silvestro II) e, non a tutti disponibili, alcuni testi di redazione araba. Il tutto intriso di simbolismo astrologico ed esoterico. Queste conoscenze erano per lo più mantenute segrete e costituivano il bagaglio culturale delle corporazioni di architetti e costruttori, quali vale la pena di ricordare i Magistri Cumacini, Campionesi ed Intelvesi in ambito nord-italico, ma anche delle gilde francesi, inglesi e tedesche.

6) M: Le tue ricerche sono molto interessanti perché nascono da un interesse personale, oltre che professionale, che ti ha portato spesso a viaggiare in particolare in Irlanda, dove hai eseguito numerosi sopralluoghi in diverse contee. A quando risale il tuo primo libro sull'archeoastronomia dell'antica Irlanda?

A: Il mio volume dedicato all’antica astronomia Irlandese ha visto la luce nel 2013, ma sono stati necessari svariati anni di ricerche sul campo per  raccogliere il necessario materiale documentario. Questo è avvenuto perché tra i molti aspetti dell’antica cultura celtica irlandese, quello delle conoscenze astronomiche è un argomento che era stato quasi del tutto trascurato in quanto essere storici non è sufficiente a comprendere le notizie di carattere astronomico riportate nei testi medioevali, ma bisogna avere familiarità con l’Astronomia ed il calcolo astronomico. Il materiale raccolto è veramente cospicuo tanto che il mio libro, pubblicato lo scorso anno, ne utilizza solo una parte decisamente ridotta. Ne seguiranno altri in un prossimo futuro…

 

"An Nemgnacht. L'idea del cielo e del cosmo nell'antica Irlanda", è il libro del prof. Gaspani pubblicato dalla Casa Editrice Fonte di Connla nel 2013

 

7) M: Nel 2006 è uscito il tuo libro "Introduzione all'archeoastronomia. Nuove tecniche di analisi dei dati" (Ed. Fondazione Giorgio Ronchi). Puoi dirci brevemente quali erano le principali? A distanza di otto anni, si sono aggiunte novità?

A: Quel testo, pubblicato nel 2006 in collaborazione con la dott.sa Silvia Cernuti, cercava di riempire un vuoto nella letteratura specialistica italiana in relazione al modo moderno di “fare Archeoastronomia” e per esigenze editoriali non fu possibile includere tutto il materiale disponibile. Ora, a distanza di otto anni dalla pubblicazione, le ricerche nel campo della metodologia archeoastronomica sono di molto progredite tanto che sarebbe auspicabile una nuova edizione ampliata e aggiornata. Solo la parte di archeoastronomica satellitare ha portato alla pubblicazione  nel 2013 di un volume dedicato solamente a questo aspetto che ho già citato prima.

8) M: Fondamentale il tuo apporto alla conoscenza dell'archeoastronomia di una delle più interessanti chiese bergamasche, la Rotonda di San Tomè ad Almenno San Bartolomeo. Quanti anni vi hai dedicato e quali sono le frontiere future? Ha rivelato tutto, questo enigmatico tempio circolare?

A: Allo studio archeoastronomico della Rotonda romanica di San Tomè in Almenno san Bartolomeo ho dedicato quasi un ventennio e i risultati sono stati esposti in volume pubblicato nel 2013 che ha già avuto due ristampe. E non è ancora finita in quanto quella intrigante Rotonda nasconde ancora alcuni segreti…

 

"S. Tomè. Astronomia, geometria e simbolismo cosmico in una chiesa romanica" è uscito nel 2013 per Fonte di Connla Editrice

 

9)-M.: L’instancabile impegno nella tua professione ti ha portato, nel 2013, a scrivere un testo per specialisti, il manuale intitolato "Archeoastronomia satellitare. Tecniche moderne per il rilievo dei siti archeologici di rilevanza astronomica", per la Casa Editrice Fonte di Connla, e che abbiamo già ricordato in apertura. In che modo la moderna tecnologia dei satelliti può aiutare l'archeoastronomo a svolgere ricerche che prima non poteva fare?

A: L’Archeoastronomia satellitare, che potremmo denominare “Archeoastronomia dallo Spazio” permette lo studio archeoastronomico di siti archeologici per lo più  inaccessibili per svariate ragioni. In primo luogo la remota collocazione geografica che richiederebbe per raggiungerli un viaggio costoso, disagevole e talvolta pericoloso. In secondo luogo i siti archeologici potrebbero essere preclusi per ragioni politiche essendo geograficamente collocati sul territorio di stati che non hanno interesse che il loro  studio archeologico ed archeoastronomico venga eseguito, anzi spesso ne vietano l’accesso. In terzo luogo abbiamo siti archeologici posti in aree che sono teatro di guerra o di sconvolgimenti politici interni e quindi rischiosi da raggiungere. Un altro vantaggio, quest volta di natura tecnica, è ad esempio la possibilità di vedere tutto il sito archeologico nella sua globalità e questo facilita il suo studio e la sua comprensione.  

10)- M: Quest'anno, nel 2014, hai prodotto ben quattro saggi, di cui uno incentrato sull'astronomia indiana vedica: ti eri già occupato dell'argomento o è una nuova frontiera nell'ampio panorama della tua bibliografia?

A: In passato avevo già pubblicato un paio di articoli dedicati all’Astronomia nell’antica India e tenuto anche alcune conferenze su questo argomento. Ho deciso quindi di approfondire questo interessante soggetto e, come sempre avviene, approfondendo si esamina e si accumula materiale; mi sono quindi accorto che ce ne era a sufficienza per un volume. Anzi per due, quindi presto apparirà anche un secondo libro dedicato a questo soggetto.

 

La copertina del libro uscito nel 2014, edito dall' Associazione Culturale Fonte di Connla. E', al momento in cui è stata fatta questa intervista, l'ultimo libro pubblicato dall'archeoastronomo

 

M. Non mi resta che ringraziarti vivamente per questa intervista, che speriamo aiuti sempre più lettori ad approcciarsi con metodo critico all'archeoastronomia, che sta rivelando utilità in campi d'indagine insospettabili. Un'anteprima sul tuo XXIV° Libro la puoi rivelare?

A.: Questa è una bella domanda… ne ho diversi in fase di completamento. Comunque non è improbabile che il prossimo possa essere dedicato all’antica astronomia giapponese.

 

 

  • Intervista realizzata nel giugno 2014 e pubblicata per gentile concessione del prof. Adriano Gaspani nel luglio 2014. Tutti i diritti riservati.
  • L'archeoastronomo è consulente della nostra sezione "Archeoastronomia" e numerosi suoi articoli sono stati pubblicati in questo sito dal maggio 2009 a tutt'oggi.

Argomento: Adriano Gaspani

Informazioni

Umberto Mascia 04.03.2015
Desidero sapere come ordinare i seguenti testi: Archeoastronomia: La conoscenza del cosmo delle popolazioni antiche e Archeoastronomia satellitare.
Grazie Umberto Mascia
umbertomascia@yahoo.it 3497279892
Rispondi

Interessante!

Davide 05.08.2014
Super bella, complimenti, mi interessa moltissimo l'argomento.
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