La "pietra incisa" di Cividino (BG)

                                                               (duepassinelmistero)

 

  • Breve inquadramento geografico e viario

 

In occasione delle Giornate di Primavera del FAi 2017 (25-26 marzo), abbiamo colto l'occasione di andare a visitare una piccola chiesa romanica che generalmente trovavamo sempre chiusa. Ci era anche stato segnalato, tempo fa, che all'interno si trovavano delle lastre iscritte, dall'oscuro significato. Il suddetto edificio romanico è situato nella frazione Cividino di Castelli Calepio, nell'omonima Val Calepio, fascia collinare pedemontana situata nella parte orientale della Provincia di Bergamo e a Sud del Lago d'Iseo, compresa fra l'Adda e l' Oglio. In questo territorio si trovano numerose chiesette romaniche, gioielli accomunati da uno stile austero realizzato da abili maestranze (probabilmente comacine). La frazione di Cividino doveva essere importante nel medioevo per la sua posizione strategica: l'attuale Via Formiche e Via Repubblica dovrebbero ricalcare il percorso della strada costruita lateralmente al fiume Oglio in epoca medievale e che passava proprio davanti alla chiesetta (la direttrice congiungeva Mura di Palazzolo Sull'Oglio con Calepio).

Ad ogni modo, l'importante "itinerario Burdigalense" lambiva la chiesa a meridione (come testimonierebbe la presenza di un cippo romano di cui si sono sfortunatamente perse le tracce). Un antico ponte sull'Oglio doveva esistere, secondo le fonti; rimasto in uso fino al IV secolo d.C., consentiva di proseguire lungo l’attuale Via S.Giovanni, via Morosini fino a Telgate. Tutt'altro che fuori mano, quindi, la chiesina per questo così ricca di interessanti emergenze architettoniche. Tuttavia, venuta meno l'importanza strategica, probabilmente cadde in un isolamento tanto che nei documenti è definita "Sanctus Joannes in Campis". E pensare che, considerata "architettura minore", si era pensato di abbatterla, intorno agli anni '50 del XX secolo! Divenuta deposito di carta e ferro, ci si decise a restaurarla e a "conoscerla" meglio soltanto a partire dal 1979. Le coordinate geografiche sono le seguenti:

Latitudine: 45.610083
Longitudine: 9.888223

  • Note storico-artistiche

La chiesa di Cividino è dedicata a San Giovanni Battista ma è nota anche come S. Giovanni delle formiche ed è di fondazione carolingia; resti di quell'epoca sono emersi dagli scavi intorno all'altare e sono tutt'oggi visibili (perchè lasciati opportunamente a "cielo aperto"). Sussistono dubbi su un'epoca più precoce (V-VI secolo), comunque siamo spesso abituati ad osservare come chiese cristiane sorgano su edifici precedenti, frequentemente anche su tempietti "pagani". La dedicazione potrebbe anche indicare che fosse adibita a battistero e l'ngente quantità di tombe, sia fuori che dentro l'edificio, fa supporre l'uso cimiteriale dell'area.

La chiesa romanica nacque sul finire del Mille; la pianta è trapezoidale terminante in un abside semicircolare; l'interno è a navata unica, divisa da due campate e l'asse è allineato E-O (abside a oriente e ingresso a occidente). Una caratteristica particolare è che la bellissima abside è ricompresa in un giardino privato e dunque non accessibile; la si può contemplare dall'esterno, rimanendo sul marciapiede.  Esternamente le pareti sono costituite da ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, talora intervallati da conci di pietre tagliati grossolanamente. In facciata spiccano lesene e archetti pensili. Il maestoso campanile abbellisce la costruzione, che è visibile da una certa distanza.

Ma è l'interno a destare stupore, con importanti affreschi nel catino absidale e sulle pareti; tali pitture sono databili tra il XIII e il XVIII secolo. Inoltre, lungo i fianchi della navata si possono vedere gli scavi delle tombe che si trovavano internamente. I defunti venivano inumati in casse formate da lastroni litici coperti, in vari casi, da coperchi rotondi in pietra di forma piano-convessa con un foro al centro (macine?). Dal foro l'anima del defunto poteva andare verso la luce divina o riceverla per risorgere.

La disposizione dei cadaveri è verso Est, dettaglio non trascurabile perchè nel cristianesimo è associato a Cristo-Sole nascente. L'epoca delle sepolture copre diversi periodi; l'accavallamento di diversi strati ha fatto probabilmente perdere quelle più antiche. La maggiore concentrazione è stata documentata sul lato destro della navata e tra il materiale impiegato vi sono anche frammenti di tegole romane. L'altare appartiene alla chiesa romanica e reca una grande croce dipinta in rosso sul fronte, oltre a una croce più piccola (forse ve ne era più di una) e ad un bordo degno di attenzione).

 

  • La Pietra incisa

 

Lungo la parete interna, a destra entrando, sono esposte alcune pietre (un mattone rosso iscritto e due pietre chiare). Due (il mattone e la pietra che ci interessa) sono appese al di sopra dell'acquasantiera, la terza è poco più spostata. Accanto alla pietra calcarea si trova un pannello informativo che informa che il reperto fu rinvenuto nel 1980 tra le pietre perimetrali dell'altare appena smantellato, ma non si conosce l'ubicazione esatta. La lastra misura 30 cm x 20, 5 x 6 e ha entrambi i lati istoriati (il visitatore può vederne uno). L'interesse suscitato dalla pietra è che reca graffiti alcuni soggetti appena percepibili al primo colpo d'occhio. Il pannello aiuta senz'altro ad identificarli ma è con l'ingrandimento della foto al computer che si è potuto migliorarne l'osservazione, al fine di poterli studiare e comparare con l'interpretazione che ne è stata fornita. I soggetti incisi sembrano apparentemente disordinati, non coerenti con una lettura omogenea, tuttavia gli esperti del Centro Camuno Studi Preistorici che poterono esaminarli, li hanno collocati cronologicamente ad una matrice cristiana (paleo-cristiana o alto-medievale) e ne hanno riconosciuto il "senso", che vedremo tra poco.  Si è anche ipotizzato che la composizione possa avere una struttura binaria: in alto e a sinistra gli elementi positivi, a destra quelli negativi.

Allo stato attuale degli studi, la funzione della singolare lastra di Cividino è che fosse educativa e catechetica (iniziatica). I simboli presenti sono stati definiti "profondamente cristiani". La tecnica è quella usata nei complessi rupestri preistorici, dove l'idea non era espressa in forma scritta ma sotto forma di ideogramma, di rappresentazione grafica (incisione) per insegnare "qualcosa" a qualcuno. Anzi, questo è considerato "uno degli ultimi esempi del genere incisi su pietra".

Il mattone rosso, sopra, e la "pietra con scritte", per distinugerla da quella in esame

 

Ma che soggetti riporta la "Pietra di Cividino"? Che cosa dovrebbe insegnare e a chi avrebbe dovuto insegnarlo? Come mai si trovava in questa chiesa? La lastra è appiattita (ricorda una sorta di lavagna), di forma trapezoidale e mostra segni di modellamento. Centralmente si nota un vistoso foro (originario?), proprio in corrispondenza di una "griglia" che sembra avere 12 caselle (4 x 3), una piccola scacchierina.  Vediamo meglio, con l'aiuto della foto e del disegno, i soggetti che furono incisi, su questa antica, enigmatica pietra. A ciascuno la propria valutazione.

Se il lato A è fittamente istoriato, non si può dire lo stesso di quello opposto, che presenta dei "segni", segmenti di lunghezza differente, paralleli ed obliqui, sul cui significato è mistero. Potrebbero essere imputabili ad intenzioni volontarie di lasciarli o a scalfitture secondarie della pietra, nel suo lungo riposo sotto la zona dell'altare...

 

(Fonte dei disegni: vedi nota [1])

 

Abbiamo passato l'immagine al Photoshop, per elaborarne i colori al fine di di far emergere i dettagli dei singoli soggetti che sono descritti e interpretati nel pannello in loco (attenzione non sono nostre opinioni, ma quelle esposte nella chiesa):

 

Posizione: parte superiore centrale

Soggetto: Croce inscritta in tre cerchi concentrici

Significato simbolicolico proposto: Cristo-divinità

Considerazione nostra: il terzo cerchio - se c'è- non si vede affatto bene. Concordiamo sul fatto che la croce inscritta nel circolo sia una "croce cosmica" o "cosmologica"

 

 

Posizione: centrale

Soggetto: un quadrato reticolato

Significato proposto: simbolo di immanenza

 

 

 

 

 

 

 

 

Posizione: mediana (a destra per chi guarda)

Soggetto: figura graffita con poca cura, arcigna, non rivolta verso l'alto

Significato proposto:può alludere ad una figura diabolica (Male)

Considerazione nostra: il capo del soggetto è fortemente raggiato

 

 

Posizione: mediana a sinistra (per chi osserva la composizione)

Soggetto: figura graffita, delicata, rivolta verso l'alto, con probabile aureola

Significato proposto: allude a uno stato di essere (Bene)

 

 

 

 

 


Posizione: laterale superiore sinistra (per chi guarda)

Soggetto: struttura circolare con apertura verso la divinità

Significato simbolico proposto: anima aperta alla divinità, zona di luce

 

 

 

 

 

 

Posizione: laterale superiore destra

Soggetto: caratterizzato da una vaga forma di piede e da un fascio di linee parallele e oblique perpendicolari ai cerchi e alla croce (v. part. 1)

Significato proposto: il non valore dell'uomo (piede) in opposizione alla divinità (linee oblique). Simbolo di una zona di tenebre.

 

 

 

 

Questo è quanto abbiamo potuto raccogliere, per il momento. Non ci vogliamo sbilanciare in interpretazioni perchè anzitutto non siamo riusciti a riconoscere adeguatamente tutti gli elementi utili a tal fine. Quelli riconoscibili potrebbero anche appartenere ad un'epoca più precoce di quella cristiana, alla quale appartiene verosimilmente la croce cosmologica (ma ne abbiamo viste molte in contesti rupestri non cristiani). Potrebbe anche essere valida l'ipotesi che alcuni graffiti siano più antichi e altri successivi, questi ultrimi incisi proprio per riconsacrare in senso cristiano una composizione che non lo era?  Chi può dire di avere certezze? Sembra importante una condivisione di questa interessantissima pietra custodita nel piccolo gioiello romanico di Cividino, al fine di confrontare più ipotesi di studio. Ringraziamo la nostra guida e il FAI per l'apertura dell'edificio. Senza dimenticare chi ha permesso al passato di tornare a riemergere dall'oblio, regalandoci nuove conoscenze e immancabili misteri.

 

 

 

[1] "La Chiesa di San Giovanni Battista Cividino-Quintano (BG)", del prof. Morotti Giovanni, approfondita monografia digitalizzata e scaricabile da questo link.

 

  • Visite guidate su prenotazione con il Gruppo Guide Kalòs Epias. Per informazioni e prenotazioni: Tel. 339.5328147 www.comune.castellicalepio.bg.it IAT Basso Sebino: Tel. 035.910900

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